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Spezzeremo le reni alla Francia?

Mentre Parigi è impegnata in uno sfibrante tentativo di formare un nuovo governo di coalizione che conduca il paese alle elezioni presidenziali del 2027, rientra parzialmente il timore degli investitori di instabilità nella seconda economia dell'Eurozona: lo spread con la Germania in rapido declino dai picchi raggiunti poco prima del secondo turno delle elezioni generali.

Dove invece la tendenza non accenna a rientrare, è nei rapporti di forza fra Parigi e Roma. A venerdì sera, lo spread su bond governativi decennali (OAT vs BTP) è scivolato a 64.3 punti base. Come mostra la figura in basso, siamo ai livelli più contenuti degli ultimi tre anni. E di poco. Perché un punto base (0.01%) sotto questi livelli, ci condurrebbe ai livelli infimi di spread registrati nel lontano 2015.

Un premio per il rischio, allora, non così compresso rispetto ai livelli vigenti. E allora, allargando la visuale, ci accorgeremmo che sotto i livelli di nove anni fa si scenderebbe ai minimi precedenti la crisi del debito sovrano nell'Eurozona di inizio del decennio scorso. Eravamo nel 2007, e l'Italia pagava meno di 20 punti base rispetto alla Francia. D'altro canto, si argomentava allora, in una unione monetaria non ci sono differenze sostanziali fra gli emittenti di debito sovrano.

Bei tempi, chissà se torneranno...

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...