Pianeta America
Le banche centrali continuano a stampare moneta (III Parte)

Siamo consci di ciò che ebbe luogo durante la Grande Depressione degli anni Trenta. All’epoca le banche erano molto reticenti ad espandere il credito, e d’altro canto famiglie ed imprese apparivano riluttanti ad indebitarsi. Ciò provocò il crollo del “moltiplicatore” e della velocità di circolazione della moneta. Il primo rappresenta il legame fra base monetaria ed offerta di moneta: in altri termini, si tratta della trasformazione delle riserve bancarie in moneta corrente. Quando la base monetaria cresce, come è successo negli ultimi dieci anni, ma l’offerta di moneta non cresce in proporzione, è chiaro che il moltiplicatore (rapporto fra M2 e base monetaria) cala. E negli Stati Uniti il moltiplicatore è sceso da 8-9 volte di inizio dello scorso decennio, all’attuale 3. In Giappone il dato è sceso da 13 volte del 1990, a meno di 5 di oggi.
Questo dato risulta estremamente importante per comprendere la probabilità che uno stato cada in deflazione o vada incontro all’inflazione; ma anche la velocità di circolazione – vale a dire, quante volte la moneta “gira” nel corso dell’anno – è importante. Se in un anno M2 e il PIL crescono nella stessa misura, la velocità è pari ad 1. Negli sessant’anni successivi alla II Guerra Mondiale “V” è rimasta stabile a 1.7 volte, per schizzare a 2.2 sul finire degli anni ’90. Ma dopo la crisi della New Economy la velocità è precipitata, a causa del timore di finanziarsi da parte degli operatori economici.
Moltiplicatore e velocità di circolazione sono scesi a livelli sperimentati prima d’ora soltanto durante la Grande Depressione e il Decennio Perso in Giappone. E questo nonostante un drastico incremento dei bilanci delle banche centrali di tutto il mondo. Per capire se ciò possa produrre in qualche modo inflazione, basti considerare che il CRB Raw Industrial Index è passato da circa 690 punti di fine 2010 a poco più di 525 punti, oggi. In caso di ulteriore calo, ciò garantirebbe uno scenario di tipo deflattivo. E in questo contesto, il mercato azionario non avrebbe scampo.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...